Abbiamo partecipato a FIVI per due giornate consecutive: domenica 27 novembre e lunedì 28 novembre 2022 iniziando il nostro tour dal padiglione 2, il più limitrofo all’ingresso visitatori e proseguito il secondo giorno con il padiglione 1. Ma come orientarsi tra gli 850 banchi? Noi ci siamo fatti un idea preli minare grazie alla cartina che vi consiglio di studiare in anticipo per capire in linea generica di cosa assaggiare. Personalmente cerco di assaggiare dei vini che solitamente non ho possibilità di degustare, quindi piccole cantine, regioni e vitigni meno conosciuti entrano spesso nelle mie preferenze.
In questo caso sono partita dagli amici Veneti di Bergamini famosi per le loro vigne circolari attraverso cui hanno svolto diversi esperimenti. La particolarità dei loro vigneti è la locazione a Colà di Lasize un territorio vocato al vino per la presenza delle colline moreniche e dove si risente dei venti del vicino lago di Garda. Appena arrivata mi hanno accolto con un “Pagus Claudiensum” 2021 il loro vino bianco da vigneti antichissimi dal nome “Dorona Veneziana”, uno degli assaggi che mi ha sorpreso di più. Pensate cha si vinifica attraverso una fermentazione in Rosso e che si mantengono tutti i profumi e gli aromi grazie al suo contatto con le bucce. Quindi grazie a questa fermentazione tipica dei vini rossi avremo un vino ricco al naso e strutturato in bocca, un assaggio che diventa un’esperienza sensoriale unica se lo si degusta direttamente dal decanter cogliendone tutte le sfumature. Dobbiamo poi assolutamente concludere in bellezza con un vino speciale creato da tre giovani enologi, le “Teste Matte” un rosso strutturato che deriva da un blend di autoctioni veneti come la Molinara, il Teroldego, la Corvina e la Rondinella.
Abbiamo così proseguito ispirati da tenuta San’t Aquilina un’azienda nel cuore più verde di Rimini che produce delle bollicine davvero interessanti: il Pas Dosè di 36 mesi e il Rosè extra brut mi hanno colpito per la loro finezza e immediatezza.
Degni di nota anche i metodi classici di Torre degli Alberi nella zona dell’Oltrepo Pavese tra cui ho preferito il Pàs dose e il Riserva da Pinot nero, un vitigno che gradisco sempre se spumantizzato proprio per la sua eleganza.
Se andiamo alla scoperta dell’Emilia, proprio nella zona del Piacentino, dove si svolge FIVI, scopriamo i vini di Monteverdi, che prendono i loro nomi dalle costellazioni e di cui avevo assaggiato ottimi bianchi da vitigni quali “Ortugo” dedicato al Alcyone e la “Malvasia” dedicata ad Elettra. Mi sono poi deliziata proseguendo con “Aurus” un blend di Cabernet con un etichetta dedicata a Maria Cosway, personalità influente nell diffusione della cultura nell’universo femminile.
Assaggi interessanti nelle Langhe con il Nebbiolo e il barolo della cantina Sobrero attraverso cui abbiamo avuto l’occasione di confrontare altitudini e suoli diversi degustando 4 vini derivanti dalle loro 6 cru di Barolo: Pernanno, Villero, Ornato, Piantà, Valentino e Amellea questi i vignetipunte di diamante per le loro posizioni ottimali.
Se invece torniamo alle bollicine, ho avuto due sorprese: la prima grazie al prosecco di BAZZO, una piccola cantina che fa solo vendemmia manuale e dona al questo prosecco un grande naso e un sorso secco e piacevole. La seconda grazie a Vitale un perfetto esempio di vignaioli che rispettano la territorialità attraverso l’adattamento dell’impianto delle vigne all’esposizione. Un’eccellente metodo ancestrale della zona collinare del prosecco.
Abbiamo concluso in bellezza questa giornata con una cena con i produttori alla locanda di Muradello, mangiando piatti tipici Emiliani e degustando ottimi vini.
Concludiamo con una carrellata degli assaggi del secondo giorno.
Ho apprezzato molto i metodi classici di Encana prevalentemente prodotti con uve Chardonnay in val Camonica, valle sopraelevata di ben 500 mt sopra il lago d’Iseo con un terroir unico capace di dar vita a grandi spumanti.
Zyme, un connubio di tradizione e innovazione in Valpolicella classica. Etichette bellissime e innovative: la più sorprendente è stata Harlequine un blend di 11 uve a bacca rossa e 4 bianche, prodotto con metodo appassimento e affinato attraverso due passaggi uno in barriques nuova e il secondo in barriques di secondo e terzo passaggio. Un vino prodotto solo nelle annate speciali, un vino mai uguale a se stesso.
Andando alla scoperta dei vini del sud, non potevo non tornare nel mio Abruzzo dove ho scoperto Rapino: siamo in riva al mare a Francavilla in piccolo paesino limitrofo a Pescara. Un’idea di vini in purezza, biologici, da unico vigneto, riscopriamo tecniche tradizionali…tutto questo unito al rispetto per l’ambiente rende i loro vini originali, puri genuini. Mi sono davvero emozionata all’ assaggio del Pecorino e del Cerasuolo dopo aver assaggiato mille vini di questo territorio tutto uguali, li trovo un espressione più vera di ogni altra!
Piccole e nuove realtà, questo vi avevo promesso dai miei assaggi… un’azienda familiare nata nel 2012 che ha trasformato una passione in un lavoro, vi parlo di Tenuta Maule una realtà che dà valore alle meravigliose terre di Selva e di Gambellara attraverso i suoi vini che esprimono a pieno il territorio e mantengono intatte le loro caratteristiche organolettiche grazie ad innovative tecniche come la criomacerazione. Ho apprezzato molto i loro vini da Pinot bianco sia nella versione ferma che in quella spumantizzata, di cui ho amato la cremosità e l’eleganza.
Un sogno che si realizza quello Alessandro sala di Nove Lune: produrre un vino nel totale rispetto dell’ambiente senza l’utilizzo di alcun trattamento chimico in vigna. Questo accade la possibilità di coltivazione dei vitigni PIWI in Lombardia, specie resistenti a molte malattie. Il loro Orange wine ‘Rukh’ ne è una delle massime espressioni, prodotto da uve di Bronner e di Johanniter, un vino dalla grande struttura, un sorso sapido dal finale tannico e amaricante, caratteristiche date dalla lunga macerazione sulle bucce e dal successivo affinamento in anfora.
Concludendo meravigliosamente vi racconto come sono stata illuminata sulla mia idea della Puglia dei loro vini, ho riscoperto un primitivo dalle mille anime grazie ai vini di Pietraventosa. Siamo a Gioia del colle dove si coltiva con amore immenso per la terra e rese bassissime il nobile Primitivo di Gioia del Colle. Due anime mi hanno colpito, quella di ‘Allegoria’ simbolo del bere bene un vino che si esprime con un anima morbida e avvolgente ; quella di ‘Volere Volare’ un anima frizzante e energica da bere con leggerezza, senza pensieri.
Vi salutò così chiedendovi cosa ne pensate dei nostri assaggi e di un evento così rilevante come il mercato dei vignaioli Fivi.
Elisa Nardi